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Biografia e Critica di * Retrospettiva di ANNA BOSCHI


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* Retrospettiva di  ANNA  BOSCHI

















 

 

 

 

 

 
 
 
 “Come una nevicata”
(Poema Visuale dedicato a Anna Boschi)
 
La neve incanta,
una distesa di bianco purifica le ombre e li  rende invisibili,
 un filo appeso accenna a ricordi che sembrano  cenci al sole,
  lacerti di cose  che  appaiono come acciughe  appese ad asciugare.
 
Un filo preso per il collo si dipana tra il tempo di un vagito e di un solitario abbandono.
Sono le geometrie velate di silenzio che  appaiono  all’improvviso
prima di dissolversi  ancora all’orizzonte.
 
Progetti  inconsci,
frammenti e lacerti rappresi e messi per un solo attimo a  decantare,
la natura dell’uomo sa raccontare i silenzi e le emozioni
che soltanto Il tempo   coglie in un solo fiato.
 
Spazi e segni di geometria   malinconica e intima,    
luoghi come paesaggi in cui gli eventi scandiscono anagrammi gentili e incuriosiscono l’anima.
 
Apparizioni siderali che ci raccontano storie intime e   indefinite,
incessanti, ora,  si muovono e si  rincorrono fino a svanire.
 
La materia   si trasforma in una sorta  di  oscuri appunti,
costretti,  convivono  in spazi  angusti.
 
Tracce racchiuse tra i confini   incerti del nostro  stesso esistere,
 giardini incantati capaci di suggerire  momenti soffusi  che solo la memoria può calpestare.
 
Si aprono nuovi orizzonti,
tra un coito e l’altro, l’opera si forma  e si fa campo di  geometrie  intrise  di struggente magia.
Solo all’orizzonte possono   nascere i sogni.  
 
Arianna con un  sol filo di lana  si volge all’esistenza  
e intanto Elena tesse stupita l’unica tela che può diventare la   sua prigione.
Sono i sortilegi  oscuri in cui l’occhio smarrito cerca  ancora   qualche senso per sopravvivere.
 
 © Giovanni Bonanno
Febbraio 2013
 

 

Frammenti  in-consci, tra segno, spazio e poesia.
Anna Boschi, per oltre un quarantennio di attività artistica ha utilizzato in modo assiduo la linea, il collage e il colore. E’ stata da sempre attratta dalla parola e dai materiali; un tempo le sue “scritture” contenevano lo stratificarsi di carte e frammenti di giornale in una sorta di oscuri “sudari  anemici” che misteriosamente affioravano in attesa di un possibile svelamento. Pagine scritte e frammenti di poesia messa per un momento a decantare, scrittura come traccia ermetica di un messaggio poetico non del tutto svelato e in quando tale teso in una dimensione ancora provvisoria. Garze come frammenti di intime passioni, come pagine di un libro in cui la scrittura, timidamente s’insinua tra le trame dell’immacolato tessuto per integrarsi in sofferto ma intenso rapporto comunicativo.
L’artista emiliana inizia l’attività artistica alla fine degli anni sessanta approdando  ben presto ad un linguaggio   maturo incentrato essenzialmente sul rapporto segno-scrittura e parola-immagine. Segni come di una  scrittura stratificata tracciata per “appunti”.Le opere della fine degli anni novanta li chiamava “scritture” per questa sorta di proficua interazione tra la parola e la pagina scritta. Definiamola pure “Nuova Scrittura, Poesia Visiva, Visual Poetry”, sta di fatto che la “parola poetica” nelle diverse e possibili variazioni ha la possibilità di essere incisiva e di grande impatto espressivo con la conseguente capacità di inabissarsi a livelli più profondi per poi ri-emergere in dinamiche del tutto inaspettate e imprevedibili.  Lamberto Pignotti, giustamente, parla di “Metonimia” in cui il significante ha definitivamente sostituito il vero significato, con “un sovraccarico” e uno slittamento del senso e del significato della parola. C’è da segnalare  che non tutto viene completamente svelato; a dire il vero, alcune parole emergono dal flusso della scrittura evidenziandosi in modo prepotente e più compiuto, molto spesso, però, rimane anche assorbita o intrappolata nel tessuto fluido della superficie dell’opera in attesa di essere  opportunamente decifrata.  
Un viaggio in divenire, trascorrente, pregno di sovrapposizioni e stratificazioni di tracce di  pensiero che emergono in una dimensione seppur labile. Ciò che ha fatto Anna Boschi in tanti anni di attività è disseminare frammenti di senso oscuro in attesa che qualcuno possa   concretamente raccoglierli e interpretarli. Insomma, una sorta di “appunti privati” in cui si evidenzia un lento e inesorabile trascorrere del tempo inteso come flusso in costante movimento capace di metamorfizzarsi in segni emotivi e  in scarti poetici. Di certo, la ricerca, l’invenzione e l’interpretazione del presente hanno  bisogno di strumenti nuovi atti a mettere a fuoco e definire una nuova e possibile strategia. Segno, scrittura, calligrafia e colore si depositano sulla superficie dell’opera sedimentandosi in lacerti di colore e in “parole incantate” che s’intrecciano tra loro alla ricerca di un nuovo e possibile ordine. Il collage, poi, è stato l’altro strumento essenziale che ha permesso all’artista bolognese di mettere a fuoco tale   problematica.  
Nelle recenti opere le “calligrafie” di Anna Boschi si “relazionano tra loro” per dare vita ad una “weltanschauung” del tutto originale supportata dall’uso del collage e anche dell’immagine  che si integrano ora alla ricerca di una nuova forma, in un diverso  accordo poetico con il fattivo contributo di diversi materiali che partecipano attivamente ad un vibrare armonico e libero. La ricerca dell’artista bolognese è stata ancorata, da sempre, all’evento  temporale che non viene mai definito e trattato in modo consequenziale come un normale e semplice racconto. Infatti, è la magia dell’apparizione che ha innervato in questi lunghi anni tutto il suo lavoro con presenze e frammenti di materia trovata e riutilizzata come  per esempio la carta e i cartoni o come le scritte di un libro o di un giornale. “Calligrafie, la vita segreta delle parole, il silenzio delle parole, per parole e immagini”, sono solo alcuni titoli di mostre che Anna Boschi ha realizzato durante questi lunghi 40 anni di attività.
Oggi, con i “progetti in-consci” del 2013, il tempo sembra che voglia davvero dilatarsi a dismisura con la materia che si trasforma in lievi  e soavi impasti e in delicate tonalità, con il conseguente affioramento di  “sottili incanti” che contagiano compiutamente gran parte dello spazio pittorico.
Un procedere decisamente assorto verso un altrove possibile; con le “Mappe Geography” il dilatarsi dello spazio e del tempo incorporano  opportunamente tracce e frammenti di essenza in-conscia tra un divenire essenzialmente mobile, in un rapporto di pura e collaborativa integrazione. Un tempo era la grafia e l’apparizione, ora è il colore e lo spazio dilatato “noosferico” a interessare l’artista emiliana. Prima era il sudario e l’oscuro mistero, ora e la geografia degli spazi dilatati che diventano luoghi d’interesse e d’indagine conoscitiva. Nelle ultime opere, inoltre, si notano  in prossimità delle periferie delle tavole,  zone di collage tra immagine e parola concepiti come momenti provvisori di stasi prima di un nuovo  e altro incedere dentro la superficie dell’opera. Tracce e grafie, quindi, definite come memorie di tempo evanescente, mappe geometriche e nel contempo geografiche che si dilatano a dismisura in delicate superfici di lilla brillanti e di grigi lucenti che sembrano distese infinite. Sottili ansie affiorano a tratti qua e là. L’opera, tra la ricerca di un ordine e il momentaneo disordine raccoglie i “frammenti in-consci del nostro precario esistere” e si fa luogo e campo di insolite apparizioni percettive alla ricerca di un nuovo valore e significato da assegnare al mistero delle cose.          Giovanni  Bonanno, luglio 2013
 
 
 
 
ANNA BOSCHI
Nata a Bologna, risiede e lavora a Castel S.Pietro Terme-BO – Via G.Tanari 1445/B - tel. e fax: 051-948177 - e-mail:    anna.boschi@teletu.it    –      archivio@mailartmeeting.com

 

BIOGRAFIA 

Anna Boschi è nata a Castel S.Pietro Terme-BO. Inizia il suo percorso alla fine degli anni Sessanta, privilegiando la sperimentazione dei materiali. Espone dal 1974 e dal 1982 si dedica esclusivamente all’attività artistica e a tutt’oggi ha al suo attivo oltre cinquanta personali e numerose mostre di gruppo in Italia e all’estero. Nel corso della sua ricerca rivolge particolare attenzione alla Poesia Visiva e ai Libri d’artista-Libri-oggetto, partecipando a rassegne internazionali con opere in cui il segno-scrittura si pone in collisione con l’immagine-  Dal 1984 entra a far parte del circuito della Mail Art (Arte Postale) partecipando a mostre internazionali, dando vita ad un ampio archivio ed è promotrice a sua volta di ventitre progetti (di cui dieci curati per il Comune di Castel S.Pietro Terme-Bologna). Dal 1993 al 1997 ha organizzato i “Mailartincontriamoci a Castel S.Pietro Terme”, eventi di performances, installazioni e azioni poetiche. Nel 2003 ha preso parte alla Biennale di Venezia con il Gruppo Brain Academy Apartment – “Sezione Extra 50”. Molti cataloghi e antologie documentano il suo lavoro (anche “A point of View-Visual Poetry, the 90s” – a cura di Dmitri Bulatov – Kaliningrad-Russia e Art-Books in Italy – 1960-1998 a cura di by Liliana Dematteis – Giorgio Maffei). Successivamente inaugura al PYRAMIDA Center for Contemporary Art di Haifa (Israele) la personale di Poesia Visiva “My Moticos for a Peace Network”, a cura di Avraham Eilat. Nel luglio 2006 – in collaborazione con Mediateca delle Marche e MUSINF di Senigallia – è invitata ad allestire la mostra “Omaggio a Ray Johnson” in occasione della inaugurazione del Civico Museo di Montecarotto (AN).   Nello stesso mese,   in occasione del DADA al MOMA Museum, partecipa a New York al “Dadaweek”, un meeting relativo alla New York Correspondance School & Bay Area Dadaists sul tema Dada-Fluxus-Mail Art Internazionale. Nel settembre 2007 espone nella mostra “PER PAROLE E IMMAGINI” – Tra poesia visiva ed espressioni segniche - allestita presso il Museo Bargellini di Pieve di Cento, a cura di Vittoria Coen. Nel mese di maggio 2008 prende parte alla Rassegna “LA PAROLA MOSTRA IL SUO CORPO” – forme della verbovisualità contemporanea – presso il Museo della Carale Accattino di Ivrea. Nel 2009 è invitata alla Retrospettiva “Ray Johnson, please add to & return” presso la Galleria Raven Row di Londra, dove ha presentato il libro “Ray Johnson e la Mail Art – Retrospettive e testimonianze”.  Nel mese di settembre 2010 organizza per conto del Comune di Castel S.Pietro Terme la rassegna ARTBOOKS IN ARCHIVIO – esposizione internazionale di libri d’artista/libri-oggetto in concomitanza e con il logo di ARTELIBRO a Bologna. Nel 2012 organizza ed allestisce presso il Civico Museo della Grafica e della Mail Art di Montecarotto-AN  e presso la  Galleria d'Arte Contemporanea di Castel S.Pietro Terme-BO - la rassegna internazionale dedicata al cinquantesimo della Mail Art : "1962-2012 - 50 YEARS OF MAIL ART in homage to Ray Johnson" con la partecipazione di 400 Artisti di 37 Nazioni. 





 LA  CRITICA:  

  La memoria si agita segretamente in queste opere, ma soltanto per affermare la sua eterna presenza, cioè per preludere al nuovo. Si nasconde per consentire le future scoperte, tracciando i segni di un percorso e di una tensione verso il mondo e verso gli uomini che non ritorna mai sui suoi passi, anche se talvolta così appare. Questo è uno dei temi disseminati nel lavoro di Anna Boschi. Si comprende allora come la sua ricerca ha ormai preso le distanze dalla poesia visuale come la si conosce storicamente, per entrare nel grande sentiero dell’esperienza artistica in cui le parole e la pittura dialogano in senso stretto, riconoscendosi in un’identità comune, in un unico padre.

 
…….La politica è ancora sottesa a questi lavori e stiamo parlando della politica come passione e partecipazione. Questo lo si deve sottolineare perché nell’arte attuale sta tornando una forma di partecipazione al sociale che se non è propriamente impegno, almeno per come lo possono ricordare generazioni over 40, diventa una forma di attenzione e una spia di cambiamento. La percezione della realtà si sta acuendo, lo stesso movimento No Global ha il grande merito di aver colmato il vuoto ideologico degli anni Ottanta e Novanta. Allora questa forma di adesione a quello che accade fuori dalla finestra diventa anche un segno di rispetto per il dedicare l’esistenza ad essere solidali con la giustizia nel mondo, con quegli ideali in cui il progresso e la collettività erano indissolubilmente legati. La Boschi opera da sempre in questa direzione, anche sostenendo un’arte come la Mail Art che fa dell’orizzontalità della diffusione e della necessità di relazione tra artisti, il proprio fulcro di poetica. Allora non ha sempre molto senso porsi dalla parte dei paradigmi dell’arte se ci si vuole aprire alla società, ma nello stesso tempo l’arte è il canale necessario e per adoperarlo al meglio bisogna capirlo e analizzarlo, infine modificarlo.
Un altro punto di sintesi in questi lavori consiste anche nel non presentare una visione dimidiata della realtà. Dicevo prima del rapporto individuale/universale: lo stesso vale tra il mondo della poesia e quello della vita. Sono la stessa cosa e l’arte della Boschi sta a ricordarcelo continuamente………                                              Valerio Dehò, da il catalogo “La vita segreta delle parole”
 
 
 
 
Anna Boschi invece predilige l'uso di materiali vari e collage e si ricollega alla comune esperienza quotidiana. Non a caso le sue opere, dominate prevalentemente da tonalità scure che lasciano trasudare frammenti di memorie, finiscono col diventare inquietanti ponendoci davanti i grandi problemi della nostra esistenza. Anna Boschi non sfugge i problemi, ma casomai li affronta in modo allusivo tramite una “materia” ove l'aggressività diventa riflessione. sul destini dell'uomo.          Testo di  Roberto VITALI
 
 
 
“….La mostra, brillantemente organizzata dalla Galleria Marcantoni, è il risultato di un’accurata scelta delle opere dal personale archivio dell’artista, che documenta in maniera ordinata e precisa non soltanto il suo operare, ma anche settori interi della ricerca in Italia dalla fine degli anni Sessanta fino ad oggi. Non puo’ in senso proprio definirsi un’antologica, giacchè non testimonia con una sistematica campionatura di tutte le fasi e i cicli creativi di Anna Boschi.  A titolo di esempio, non è presente la pur eccellente produzione postinformale e materica degli anni Settanta che tuttavia concorre anch’essa alla formazione del suo universo espressivo. Stesso discorso vale per alcune esperienze di sperimentazione sui differenti supporti pittorici (faesite, iuta ecc.). La selezione delle opere per la mostra nella Galleria Marcantoni è piuttosto da definirsi una scelta ampia e coerente di quelle che, a buon titolo, possono essere ricondotte ad uno dei filoni tematici, quello in cui pittura e scrittura si compenetrano e che quasi per intero ha attraversato la produzione dell’artista……..”                           (Mauro Carrera)
 
 
 
 
Essere poeta significa far collimare l'identità biografica con quella della propria cultura e riflettere le molte tensioni materiali e spirituali che contrastano il mondo che circonda il poeta. Il compito di Anna Boschi, che scrive le sue poesie col pennello, è quello di creare specifiche forme di sensibilità attraverso le "scritture", le splendide opere che presentiamo in questa rassegna. Anna Boschi, prima di essere artista vera, è donna di cultura e la sua arte diventa una forma del sapere, del conoscere, dello scoprire, un capire l'ansia di voler contenere l'universo e di dare la propria verità, quella di trasfigurare la poesia col dipingere e viceversa. L'artista è passata attraverso innumerevoli forme d'arte, dalla poesia visiva alle bioscritture, dai libri oggetto alle lettere e in queste "scritture" l'etica della poesia conduce alla pace interiore. L'intera attività artistica di Anna Boschi è caratterizzata dalla contrapposizione di diverse forme di linguaggio. Essa interpreta il mondo nell'ordine e nel disordine e ha la capacità, con le sue opere, di "visualizzare"il pensiero, l'attenzione alle trasformazioni strutturali, l'ironia, l'idea che il tempo, mai formalizzabile, sia una categoria fondamentale dell'intelletto e dell'azione. L'artista assume su di sè il compito strategico di compenetrare la vita in una visione organica, di recupero del "linguaggio" che precede e segue la frammentazione e la codificazione imposte dalla cultura contemporanea. La Boschi, nelle sue "Scritture", costruisce un codice magico- istintivo, deferito all'intuizione del fruitore e genera commestioni di linguaggio e colore, come mappe di una letteratura magica ed esistenziale, che trova il suo punto di convergenza nell'idea di pervasività culturale. Più che al "significato" delle scritture, alla Boschi interessa il modo in cui gli spettatori leggono il suo lavoro. Ciò che rieci a leggere in quelle scritture è proprio quello che stavi cercando. Con queste opere l'artista ci insegna a "scrivere un quadro", come atto di ricezione del pensiero, dove la parola diviene necessaria proprio per illuminare il momento riflesso dell'esperienza e il suo prolungarsi in un nuovo universo di idee, nel quale si mette poi di fatto alla prova la vitalità stessa delle immagini. "Scritture onde", "Scrittute vita", "Scrittute celate 1 e 3","scrittute, luce", "Silent pages", sono i titoli di alcun e opere a dir poco emozionanti. La poetica di Anna Boschi ci introduce negli archeomisteri, lingue e codici perduti, alla ricerca delle chiavi interpretative dei "testi misteriosi". L'artista ci prende per mano forse nel tentativo di farci capire quelle "lingue morte" alle quali si attribuiva un valore esoterico e spirituale, più che materiale, con la speranza di aprire porte chiuse su di un mondo pieno di rivelazione, dagli antichi cuneiformi delle città mesopotamiche di Mari e di Ebla, ai codici babilonesi, alle leggi della magia e della religione, senza tener conto dei codici cartaginesi, della scrittura geroglifica egizia e degli scritti etruschi.  E' forse quello della Boschi il "libro dei libri" moderno, il testo capace di svelare il mistero della vita e della morte?   Chi riuscirà ad aprire il rotolo e scioglierà i sigilli delle "Scritture" di questa artista avrà veramente capito la sua arte.         Eraldo Di Vita

 

 

 
 
 
Presentazioni e recensioni:
 
Cesare Ambrosetto – Giovanni Amodio – Donatella Ariotti – Valerio Baroncini – Pietro Bellasi – Daniela Bellotti – Claudio Bolognesi – Celeste Borraccino - Mara Borzone – Roberta Brunazzi – Enrico Buda – Francesca Buonfiglioli – Elisabetta Burino – Francesco Carbone – Lino Cavallari – Roberta Castellani – Gloria Ciabattoni – Vittoria Coen – Lina Cremonini - Rita Culati – Giuseppe D’Agata – Vinicio Dall’Ara – Paolo Dal Monte - Piero Deggiovanni – Daniela De Gregorio – Valerio Dehò – Lia De Venere – Giancarlo Di Ludovico – Giorgio Di Genova – Eraldo Di Vita - Fabrizio Dondi – Paolo Donini – Avraham Eilat - Gino Fienga - Nicola Fontana – Walter Galavotti – Sabina Ghinassi – Denis Gnugnoli - Arrigo Grazia – Angelo La Mantia – Stefania Laurenti – Davine Lawrence – Lino Lazzari – Ettore Le Donne – Mauro Manara – R.D.Martini – A. Masiero – Giorgia Mazzotti – Monica Miretti – Nanni Menetti – Elvio Natali – Tommaso Paloscia – Silvia Pegoraro – Siro Perin – Marilena Piccinini – Liuba Picini . Lamberto Pignotti – Loredana Rea - Katia Ricci – Rosanna Ricci – Piero Romano – Giorgio Ruggeri – Sergio Sangiorgi – Angela Sanna - Aldo Savini - Helga Schneider – Francesca Maria Sensi – Paola Serra Zanetti – Angelo Siciliano – Baudhuin Simon – Daniel Sodano (Daligand) – Franco Spena – Bruno Sullo – Carlo Terrosi – Michela Turra – Alfonso e Nicola Vaccari – Giovanni Bonanno – Stefania Vecchi – Marcello Venturoli – Roberto Vitali – Beniamino Vizzini - Vladimiro Zocca - Andrea Bertolini - Mauro  Carrera - Donato Di Poce - Carmelo Giummo - Angelamaria Golfarelli -  Lucia Majer - Claudio Marcantoni.

 

 

 Sue opere sono presenti in modo permanente in diverse collezioni pubbliche e private.
 
Tra le pubbliche:  Il Museo Civico di Taverna (CZ); il Museo dell’Informazione (MUSINF) di Senigallia (AN);
l’Istituto dei Beni Culturali di Forlì; il Museo Nazionale della Certosa di Calci-Pisa; il Musée d’Art di Toulon (France)  i Musei Civici di Imola (BO); la Pinacoteca di Dozza (BO); il King St. Stephen Museum di Székesfehérvar (Hungary); l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) di Roma; il Museo di Macerata; il Museo del Libro d’artista Città di Cassino;
Museo d’arte delle Generazioni Italiane del ‘900 “G. Bargellini” di Pieve di Cento (BO) ; il Museo Le Cappuccine di Bagnacavallo (RA); la Pinacoteca Internazionale Francescana delle Marche, ; il Museo “Gabrieli” di Matino (LE); il Museo della Carale Accattino di Ivrea (TO); il Modern Art Museum Cà La Ghironda di Ponte Ronca di Zola Predosa (BO)  e numerose collezioni comunali d’arte in Italia e all’estero.
 
 Il suo lavoro è documentato in cataloghi, riviste e antologie, tra cui “Generazione Anni Quaranta della Storia dell’Arte Italiana del ‘900, a cura di Giorgio di Genova e presso Kunsthistorisches Institut – Firenze, Archivio Storico del Museo delle Arti Palazzo Bandera di Busto Arsizio (VA) e CID/Arti Visive del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato.  
 
 
 
Per ulteriori informazioni consultare i siti internet:
 
-MAILARTMEETING ARCHIVES
www.mailartmeeting.com
http://digilander.iol.it/boschianna